Difficile per un ragazzo che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Venezia e che ha fatto del colore la sua vita sceglierne uno in particolare.
Erik, 40 anni compiuti, veneto di origine, ma momentaneamente a Milano, alla fine sceglie per sé il turchese.
Lo vede profondo, come il mare e come gli spazi aperti, vuoti, da riempire con la propria vita, ma lo percepisce anche leggero, aereo, etereo. Rappresenta quella calma e quella stabilità che vorrebbe avere.
Forse un tempo non sentiva questa esigenza e non avrebbe scelto il turchese. Eppure pian piano dentro di sé ha avvertito questa dirompente necessità che l’ha portato a lavorare molto su di sé: pensando, leggendo, parlandone con chi ha fatto dell’aiutare gli altri un mestiere, sfogandosi nello sport.
E adesso si sente più stabile, che non significa rimanere fermo in una stessa posizione o in uno stesso posto, ma significa semplicemente star meglio con se stessi, che, di semplice, in effetti, non ha nulla.
Il suo sogno avverato si può tranquillamente tingere di turchese come lui.
Sognava una cosa a contatto con il mare, con gli spazi aperti da riempire, una cosa che lo rendesse allo stesso tempo leggero, etereo, stabile su una tavola, ma in perenne cammino. Un qualcosa che lo rendesse libero: il surf.
Dopo tanto tempo che aveva nel cuore questo desiderio, sei anni fa era in vacanza in Marocco e si ritrovò davanti, finalmente, la possibilità di provare. Non disse di no.
Salì su quella tavola e da lì non scese più.
Ha preso lezioni in Spagna, in Portogallo. Ha cavalcato le onde della Toscana, della Liguria e persino della Thailandia e di Bali. Tutto, tutto il tempo libero lo dedica a quello: la sua libertà.
Nel suo cuore, però, rimane un artista, anche se ormai è da un po’ che non dipinge più, per dedicarsi completamente ai disegni su carta bianca con biro nera o attraverso la scratchboard art, una forma d’arte che consiste nel grattare uno sfondo nero, così che il proprio disegno venga composto da una serie di tratti bianchi.
E il suo sogno è quello di poter vivere vendendo la sua arte.
Per questo prima di andarsene da Milano vorrebbe tentare di andare in qualche galleria, per mostrare le sue opere.
È capitato nella capitale della moda dopo aver lavorato sette anni per la Diesel come grafico e illustratore: realizzava i disegni per alcuni articoli d’abbigliamento maschili (per farvi un’idea migliore vi consiglio di visitare direttamente il sito di Erik, ne vale la pena!). Il lavoro gli piaceva molto, ma sette anni sono troppi: aveva voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
Così arrivò a Milano per lavorare sempre in un’azienda di moda, in cui fa prevalentemente il grafico. A novembre il contratto scadrà, ma prima di abbandonare la metropoli vuole approfittare di lei, spremerne il succo e provare a far avverare il suo sogno.
Se andasse male (e anche se andasse bene) il suo piano per il ‘dopo novembre’ sarebbe comunque quello di passare un mese in Vietnam e un mese in California. Quale posto migliore, in effetti, per riflettere, cavalcando le sue amate onde?
Nel frattempo, si sente felice.
Attende i suoi viaggi e attende la sua vita, che si affaccerà alla prossima onda per dirgli in quale direzione volgere la sua tavola da surf.
C’è qualcosa che desideri aggiungere o modificare, Erik?
E voi, lettrici e lettori, volete condividere qualcosa con lui?
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